L’uomo che spaventò la mafia

Pio La Torre, deputato eletto nelle liste del PCI, fu un inflessibile e acuto nemico della mafia: come Dalla Chiesa terrorizzò i mafiosi per i suoi precedenti successi contro il terrorismo, anche Pio La Torre aveva impaurito e fatto adirare i vertici di Cosa Nostra.
La sua proposta di legge del 30 Marzo 1980, sulla confisca dei patrimoni mafiosi e l’introduzione del reato di associazione mafiosa, si sarebbe rivelata un’arma letale contro la mafia e per lui, come successivamente per Dalla Chiesa, le cosche progettarono la vendetta: vile come spesso sono le vendette mafiose e spettacolari, per essere da monito agli altri coraggiosi che stavano ingrossando le fila della vera lotta a Cosa Nostra.
Il 30 aprile 1982 uccisero La Torre e il suo storico collaboratore Rosario Di Salvo, ma il fronte antimafia comprese che, oltre la repressione, la mafia andava colpita nelle sue ricchezze.
Le tragiche uccisioni, nel volgere di breve tempo, di Pio La Torre e del Generale Dalla Chiesa (3 settembre), anziché arrestarlo, accelerarono l’iter legislativo e la lucida intuizione di La Torre divenne legge il 13 Settembre dello stesso anno (legge n. 646/1982, meglio conosciuta come legge Rognoni- La Torre) ed è tuttora d’ispirazione per la legislazione contro la criminalità mafiosa di mezzo mondo.

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